AGRITURISMO CANILORO
C.da Sant’Onofrio, 134
66034 Lanciano (Ch)
Tel. 0872.50297
Cell. 347.1879277
Cell. 380.1050311
Mail: info@caniloro.it
AGRITURISMO CANILORO
C.da Sant’Onofrio, 134
66034 Lanciano (Ch)
Tel. 0872.50297
Cell. 347.1879277
Cell. 380.1050311
Mail: info@caniloro.it
Non solo piatti della cucina popolare. Quel che arriva in tavola è il racconto di una storia che profuma di terra e di radici. Un cerchio che si chiude ma che al contempo si riapre, perché ogni boccone è un’esperienza indietro nel tempo e ogni pietanza che è un concentrato di pensiero e semplicità. Si parte dall’orto, dai frutti della campagna, dalle uova o dalle carni dei tanti animali dell’allevamento, poi, si passa in cucina, dove utensili, strumenti e preparazioni sono quelli di una volta, come le ricette, tramandate dagli antenati o raccontate dagli anziani. Quello dell’agriturismo Caniloro, aperto dal 2001, è un mondo di autenticità che passa dalle sale con il camino e dalle tante casette basse e in pietra di quello che sembra un villaggio rurale di qualche secolo fa, attraversa il grande giardino e arriva al grande forno a legna perfettamente funzionante dove la brace è accesa e il coppo risulta sempre in esercizio. E ancora, le stalle, i tanti animali, il fienile, gli uliveti, la vigna.
È questo il regno di Pina Di Nardo e Berardino Abbonizio, coppia laboriosa e ospitale e della figlia Elisabetta, giovane donna dal sorriso contagioso. Sono loro l’anima di questo luogo che appassiona non solo per le pietanze buone, fresche, genuine e ottenute lavorando prodotti a chilometro zero, ma anche per la capacità di raccontare quel mondo fatto di tradizioni, antiche usanze, valori, autenticità. Difficile annoiarsi quando è Berardino a parlare: c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Le ricette dei nonni, i riti antichi, le usanze dei contadini che a Caniloro, nel corso dell’anno, fanno conoscere ai curiosi con eventi dedicati e ai più piccoli con le attività in fattoria didattica. Spiega Berardino che in campagna poco è lasciato al caso, tutto è lavoro, osservazione, rituali che cambiano con il mutare delle stagioni. Ecco allora che a gennaio, per Sant’Antonio, si uccide il maiale, le carni si conciano per diventare ottimi salumi (salsicce, salami, lonze e il salsicciotto frentano conservato sotto strutto e Presìdio Slow Food). A primavera è un trionfo di verdure e a tavola arrivano uova e agnello. Poi si dovrà pensare alla trebbiatura perché i campi aspettano e così andando. Pina più riservata è impegnata tra pentole e fornelli, ma quando arriva in sala, portando nel coccio un assaggio di pizz e foje con la verdura di campo raccolta al mattino e la pizza non lievitata di farina di granturco prodotta in azienda, basta un sorriso per invitarla a conversare. A Elisabetta, la giovane di casa, il compito di portare avanti ciò che i genitori hanno costruito recuperando e conservando le tradizioni agroalimentari frentane. Lei, che si divide fra sala e cucina, ha le idee chiare, il futuro di Caniloro è ben saldo sulle sue radici che sono quelle di un territorio che ha ancora molto da dire.